Il Cinipide galligeno del castagno (Dryocosmus Kuriphilus Yasumatsu)

La castagna da sempre è il frutto simbolo dell’autunno e ora rischia di sparire dalle nostre tavole per colpa del Cinipide Galligeno!

Prodotto d’ eccellenza delle zone collinari…. La castagna è un frutto ricco di elementi nutritivi tanto che fino a qualche decennio fa ha rappresentato un’importante fonte di approvvigionamento alimentare per intere generazioni. Purtroppo oggi i nostri castagneti stanno subendo l’attacco del cinipide galligeno.

Che cos’è il Cinipide galligeno?

E’ una piccola vespa e ad oggi è considerato uno degli insetti più dannosi per il castagno.

Purtroppo le nostre zone collinari hanno subito un forte attacco di questo insetto. Il quale  ha determinato un consistente calo della produzione delle castagne, una riduzione dello sviluppo vegetativo e un forte deperimento delle piante colpite. Guardando i castagni si possono facilmente individuare gli attacchi del cinipide per la presenza sugli alberi delle galle. Le galle sono delle escrescenze tondeggianti  con superficie liscia e lucida. Presentano inizialmente un colore verde chiaro per poi diventare rossastre. Il cinipide si riproduce per partenogenesi teliotica: sono presenti solo le femmine e non hanno bisogno dell’accoppiamento con i maschi per deporre le uova. Il periodo di sfarfallamento, cioè la fuoriuscita delle femmine adulte dalle galle, varia in base all’andamento stagionale e all’altitudine.

Cosa si può fare?

Attualmente l’unico rimedio per contrastare il cinipide galligeno è la lotta biologica. E’ stato introdotto  un parassitoide esotico: il Torymus sinensis che è l’insetto antagonista naturale. La femmina del Torymus depone le proprie uova dentro le celle larvali del cinipide. Quando dalle uova fuoriescono le larve del Torymus queste si alimentano di quelle del cinipide. In questo modo si esercita un’azione di controllo sul cinipide. Un utile accorgimento potrebbe essere anche quello della potatura e  quello di provvedere alla distruzione del materiale infestato in primavera, prima dell’uscita del parassita dalle galle. Inoltre tale pratica dovrebbe essere applicata dopo lo sfarfallamento del Torymus.

Sfortunatamente le attività di lotta biologica non producono risultati immediati ci vogliono anni prima che si raggiungano nuovi equilibri.

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